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Quando la rabbia adolescenziale diventa violenza incontrollata

27 Marzo 2019 by Dr.ssa Miolì Chiung Adolescenti, Genitori 0 comments

Noia, timore di non essere accettati, incapacità nell’elaborare traumi e rabbia repressa possono innescare nell’adolescente una spirale d’odio che può diventare contagiosa.


Quotidianamente ci capita di ascoltare nelle cronache episodi di violenza incomprensibili da parte di ragazzi e giovani. La mancanza di solidi punti di riferimento e l’incapacità di elaborare rabbia, stress o situazioni traumatiche, può esporre gli adolescenti alla violenza in modi diversi.

Anche se l’attenzione si concentra prevalentemente sulla violenza delle comunità e delle bande, un numero significativo di ragazzi è esposto alla violenza domestica o è vittima di abusi nella propria casa. Molti, anche nello stesso ambiente che dovrebbe educarli, subiscono bullismo, cyberbullismo e comportamenti aggressivi dai loro pari. E un numero crescente di ricerche indica che alte dosi di violenza veicolate dai media possono compromettere l’apprendimento e aumentare i comportamenti aggressivi.

Indice degli argomenti

  • Da abusati a violenti: il ciclo della violenza
  • Le baby gang contribuiscono all’escalation di violenza
  • Il ruolo negativo delle dipendenze
  • Come possono intervenire i genitori?

Da abusati a violenti: il ciclo della violenza

I ragazzi cresciuti sotto un costante clima di violenza all’interno delle mura domestiche, potrebbero finire col considerarla un modo normale di rapportarsi all’interno delle relazioni e della società. Poiché l’abuso sui minori è visto come un ciclo, i bambini maltrattati possono diventare aggressori in prima persona. In alcuni casi di abusi fisici e sessuali, le vittime hanno notevoli problemi di comportamento, e sono soggette a depressione, ansia, violenza ingiustificata, ritardi nello sviluppo, frequenza scolastica irregolare e comportamenti sessuali inappropriati.

È noto che testimoniare la violenza familiare sia altrettanto dannoso che sperimentarlo direttamente. Spesso i genitori credono di aver protetto i propri figli dalla violenza del partner, ma le ricerche indicano che bambini e ragazzi sono largamente influenzati da quello che vedono e ascoltano passivamente. I bambini che assistono alla violenza familiare patiscono le stesse conseguenze di coloro che subiscono direttamente violenze.

Le baby gang contribuiscono all’escalation di violenza

Il quartiere e le conoscenze con cui un ragazzo si trova a doversi confrontare, possono indurlo a risolvere i problemi ricorrendo a comportamenti aggressivi. In contesti in cui si registrano alti tassi di criminalità e scarso inserimento sociale, i ragazzi imparano a relazionarsi con la violenza per poter sopravvivere. C’è anche poi anche il discorso di sentirsi accettati tra pari: la pressione generata sul’adolescente dal desiderio di sentirsi parte di quel gruppo, può portarlo ad assumere comportamenti delinquenziali o a rischio.

A tal proposito, uno studio condotto in America dall’Università dell’Ohio su un campione di 90 studenti tra i 12 e i 18 anni, ha evidenziato come i partecipanti avessero l’83% di probabilità in più di aggredire una persona e il 140% di probabilità in più di puntare un’arma su qualcuno se un loro amico si fosse comportato allo stesso modo. E il contagio della violenza può anche estendersi oltre gli amici diretti.

Il ruolo negativo delle dipendenze

La correlazione tra abuso di sostanze e comportamento violento è stata ben documentata. Ad esempio, il Journal of Substance Abuse Treatment ha osservato che oltre il 75% delle persone che iniziano il trattamento di disintossicazione ha compiuto vari atti di violenza, inclusa l’aggressione fisica e l’uso di un’arma per attaccare un’altra persona.

Il ricorso ad alcol e droghe durante l’adolescenza è comune. Alcuni ragazzi possono limitarsi a sperimentare, e quest’esperienza non resterà che una fase, ma altri rischiano di sviluppare una dipendenza, passando a droghe più pericolose e causando danni significativi a sé stessi e agli altri. Le motivazioni alla base possono essere molteplici: dalla mancata elaborazione di sentimenti di rabbia, fino a traumi e abusi che potrebbero aver innescato nel ragazzo una spirale di depressione e frustrazione.

Come possono intervenire i genitori?

La supervisione dei genitori ha un ruolo di primo piano al fine di scongiurare episodi di violenza e aggressività. Quando i genitori non assumono un ruolo attivo nella vita dei loro figli, i ragazzi rischiano di perdere il controllo. Fanno amicizia con le persone sbagliate, non si sforzano di fare del loro meglio a scuola e smettono di preoccuparsi del loro futuro.

Se un figlio non sa riconoscere il ruolo del genitore, allora è difficile che possa sviluppare un senso morale adeguato. Per prevenire simili situazioni è fondamentale che vi poniate come modelli di riferimento per i vostri figli: senza una base affettiva stabile non può esserci nessun equilibrio nel loro percorso di crescita

 


Dr.ssa Miolì Chiung
Dr.ssa Miolì Chiung
Miolì Chiung, psicologa e psicoterapeuta cognitivo-comportamentale. Nel 2009 fonda lo Studio di Psicologia Salem, un progetto di ampio spessore incentrato sul benessere psicologico dell’individuo, dai processi di prevenzione fino a tutto quello che riguarda la cura. Ha approfondito i suoi studi con numerosi master e corsi. Applicatrice Metodo Feuerstein e ottima conoscitrice della testistica psicodiagnostica dell’età evolutiva e adulta. Ama i libri, la cucina ma la sua grande passione è il mare!
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