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Cacciatori di like e selfie estremi tra adolescenti

4 Novembre 2019 by Dr.ssa Miolì Chiung Adolescenti, Genitori 0 comments

Una moda scellerata si è diffusa ormai da qualche anno tra gli adolescenti, stiamo parlando dei selfie estremi volti ad accalappiare il maggior numero di like sule diverse piattaforme social.


Dal 2014 a fine 2017 sono stati oltre 150 i morti per la pratica dei selfie estremi e contando i primi mesi del 2018 sono saliti a oltre 170 in totale.

Alla base del disagio c’è una dipendenza generalizzata dalla rete e dalle tecnologie, addirittura il 47% dei giovani intervistati ha dichiarato di non poter fare a meno del proprio smartphone. La tecnologia è ormai così pervasiva nella vita degli adolescenti che è normale vederli in tre su una panchina, tutti e tre con un telefono in mano intenti a guardare lo schermo che riflette immagini a cui attribuire un like.

Cos’è un selfie estremo

I  ragazzi oramai sono diventati fanatici della comunicazione a tutti i costi, amano scrivere  e filmarsi per raccontare qualcosa di sé, in realtà spesso inventando situazioni costruite ad hoc per ricevere un like. Questo succede soprattutto nella pratica del selfie che è divenuto estremo sia in situazioni di pericolo, come ad esempio sulle rotaie con un treno in avvicinamento o mentre si salta da un tetto all’altro, sia quando soprattutto le ragazze, minorenni e non,  si spingono a esporre il proprio corpo in pose osé.

Nel primo caso il rischio più immediato è la morte che spesso sopraggiunge in diretta e viene addirittura utilizzata come plus per acquisire più like. Nel secondo caso invece ci sono da considerare almeno due tragici risvolti. Il primo, è il rischio concreto che le ragazze per raggiungere una forma fisica adeguata ai social, incomincino ad avere disturbi dell’alimentazione, Il secondo è legato ai predatori sessuali che adescano le minori aprendo profili falsi e fingendosi coetanei. Anche in questi casi il rischio di vita e di sofferenza è altissimo.

Vanità o insicurezza?

Molti genitori scambiano la sovraesposizione ai social del proprio figlio per vanità, sminuendo, senza neanche comprendere il grande disagio nascosto.

Innanzitutto direi a questi genitori di darsi una bella svegliata e di tenere sotto controllo il profilo del figlio affinché  possano intervenire in tempo.

Quella dei ragazzi non è vanità, la dipendenza dai like nasconde una forte insicurezza nella vita reale. Dietro uno schermo è molto più facile nascondere le ansie e i fallimenti legati alla normale vita sociale di un adolescente. Si stima che per una foto pubblicata, se ne scattino un centinaio. Questo per darvi l’idea di come si diventi ossessionati nella ricerca dell’immagine perfetta.

In questo scenario i ragazzi se pur sempre connessi alla rete, non lo sono con loro stessi e non imparano a guardarsi dentro.

Indovinate chi dovrebbe insegnarglielo? proprio voi genitori che molto spesso siete i primi a pubblicare foto per aumentare la vostra popolarità sui social. Appoggiate sul tavolo il vostro cellulare e dialogate con i vostri figli, ascoltateli e spingeteli verso rapporti reali, facendogli invitare gli amici a casa per esempio.


Dr.ssa Miolì Chiung
Dr.ssa Miolì Chiung
Miolì Chiung, psicologa e psicoterapeuta cognitivo-comportamentale. Nel 2009 fonda lo Studio di Psicologia Salem, un progetto di ampio spessore incentrato sul benessere psicologico dell’individuo, dai processi di prevenzione fino a tutto quello che riguarda la cura. Ha approfondito i suoi studi con numerosi master e corsi. Applicatrice Metodo Feuerstein e ottima conoscitrice della testistica psicodiagnostica dell’età evolutiva e adulta. Ama i libri, la cucina ma la sua grande passione è il mare!
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