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Strage di Corinaldo: basta prendersela con la musica. Chi deve educare?

19 Dicembre 2018 by Dr.ssa Miolì Chiung Adolescenti 0 comments

I fatti di Corinaldo portano l’opinione pubblica a puntare il dito sulla musica ascoltata dai giovani, ma davvero dei testi espliciti possono avere un’influenza così negativa?


La tragedia avvenuta alla Lanterna Azzurra, la discoteca di Corinaldo dove, in una notte di spensierato divertimento, cinque persone hanno trovato la morte, ha messo nuovamente sotto accusa un determinato tipo di musica.

Controversi, discutibili e fuori dagli schemi, gli idoli dei ragazzi sono di nuovo accusati di fuorviare le giovani menti, attraverso i loro testi, con dei valori tutt’altro che esemplari. Ma possono delle semplici canzoni plasmare le menti dei giovani, in un fase così delicata come quella adolescenziale, fino al punto da condurli a prenderne esempio?

Indice degli argomenti

  • L’influenza della musica sugli adolescenti
  • I contenuti dei testi
  • Il ruolo dei genitori nella musica ascoltata dai figli
  • Non siamo la musica che ascoltiamo

L’influenza della musica sugli adolescenti

La musica gioca un ruolo importante nella socializzazione di bambini e adolescenti. Ormai è presente quasi ovunque ed è facilmente reperibile attraverso la radio, registrazioni, internet e le nuove tecnologie, che consentono agli adolescenti di ascoltarla in diverse situazioni, da soli o con gli amici. I genitori spesso non sono consapevoli della musica che i loro figli stanno ascoltando a causa del crescente utilizzo di musica digitale ascoltata con cuffiette. Naturalmente, qualsiasi genere musicale ha i propri effetti sulle interazioni sociali, la percezione del mondo esterno, e in particolare il comportamento, ma è importante dargli il giusto peso.

Leggi anche: Come aiutare un adolescente a socializzare

I contenuti dei testi

Le canzoni di Sfera Ebbasta non sono né le prime né saranno le ultime ad essere additate come responsabili del disfacimento morale delle nuove generazioni. È toccato prima ai Doors, ai Led Zeppelin, poi a Marilyn Manson e oggi, ad essere sotto i riflettori, ci sono i testi del giovane trapper. Tralasciando gli eccessi fondamentalisti dell’esorcista Don Antonio Mattatelli, che di recente ha affermato esserci lo zampino del demonio in questi testi, la musica non deve essere considerata una minaccia per i genitori. Riferimenti ad alcool e droghe, cattivi esempi e richiami sessuali, si possono trovare praticamente ovunque, dalla televisione alla pubblicità, fino ai tanto accusati videogiochi. La maggior parte delle volte il testo ha solo un valore simbolico: rispecchia la fase di ribellione ed evasione che contraddistingue l’adolescenza, e permette al ragazzo di sfogare determinate pulsioni e stati d’animo restando sempre sul livello dell’intrattenimento. Difficilmente il contenuto di una canzone potrà avere conseguenze a livello comportamentale, fatta eccezione per quei (rari) casi di estrema insicurezza ed instabilità in cui viene meno la capacità critica del ragazzo.

Leggi anche: Disagio giovanile e ribellione

Il ruolo dei genitori nella musica ascoltata dai figli

La maggiore responsabilità non riguarda l’artista o la casa discografica, ma i genitori. Sono loro a dover avere il ruolo educativo sul ragazzo, che deve essere indirizzato e sensibilizzato su determinate tematiche, non un testo musicale.

Una volta saputo che tipo di musica ascolta vostro figlio, potreste iniziare una chiacchierata leggera ed informale, per cercare di capire come si relaziona con quel tipo di messaggio. Non appena avrete rotto il ghiaccio, chiedete la sua opinione e fategli capire se e dove sbaglia senza alcun tono accusatorio. Essere informati sulla musica che ascolta il ragazzo, e magari condividerla insieme, può essere un valore aggiunto nel processo educativo dell’adolescente.

Non siamo la musica che ascoltiamo

Teniamo sempre presente che ascoltare contenuti violenti non rende la persona violenta e, nella stragrande maggioranza dei casi, la musica (così come i film ed i videogiochi) ha il solo ruolo di intrattenimento per un ragazzo.


Dr.ssa Miolì Chiung
Dr.ssa Miolì Chiung
Miolì Chiung, psicologa e psicoterapeuta cognitivo-comportamentale. Nel 2009 fonda lo Studio di Psicologia Salem, un progetto di ampio spessore incentrato sul benessere psicologico dell’individuo, dai processi di prevenzione fino a tutto quello che riguarda la cura. Ha approfondito i suoi studi con numerosi master e corsi. Applicatrice Metodo Feuerstein e ottima conoscitrice della testistica psicodiagnostica dell’età evolutiva e adulta. Ama i libri, la cucina ma la sua grande passione è il mare!
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