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Con i dolci ti premi o ti consoli?

16 Ottobre 2019 by Dr.ssa Miolì Chiung Adulti 0 comments

“Perché ci consoliamo con i dolci?” Abbiamo deciso di rispondere a questa domanda per comprendere meglio il meccanismo che spinge le persone a trovare conforto nei dolci.


In questi anni ci sono state molte ricerche scientifiche che hanno analizzato il fenomeno, il dato rilevante che ne hanno tratto è che il consumo di dolci produce dopamina, un neurotrasmettitore che attiva le vie della gratificazione. Quindi possiamo affermare che spesso l’obiettivo di chi assume i dolci è quello di provare una sensazione di benessere legata alla sfera dell’auto-gratificazione.

Indice degli argomenti

  • Auto-gratificarsi con i dolci fa bene?
  • È un fenomeno solo femminile?
  • Quando diventa un meccanismo pericoloso?

Auto-gratificarsi con i dolci fa bene?

È indubbio che mangiare dolci ogni tanto non sia un problema, quello su cui dobbiamo porre attenzione è, da un lato, lo stato emotivo che ci guida nel volere dei dolci, dall’altro, la quantità che ne consumiamo. Mangiarsi un dolcetto o una fetta di torta dopo una giornata no, va bene anzi non c’è nulla di male nel volerlo fare. Il problema nasce quando ogni volta che ci si sente giù di morale ci si abbuffi di dolci senza porsi alcun limite. Ecco quest’ultima pratica non fa bene né al fisico, né alla mente perché terminata l’abbuffata, subentrerebbe un grande senso di colpa. Questo potrebbe innescare un circolo vizioso per placare quel senso di colpa.

È un fenomeno solo femminile?

Nell’immaginario comune, quando pensiamo ad una persona che si consola con dei dolci, abbiamo in mente l’immagine di una donna triste sul divano con in mano un cucchiaio ed una confezione di gelato. Questo stereotipo ha alimentato l’idea che solo le donne si consolino con i dolci. Ovviamente non è così, anzi molti uomini utilizzano i dolci nella modalità consolatoria, la differenza è che mentre una donna è molto più sensibile alla cura del proprio corpo e all’equilibrio della propria alimentazione, per un uomo l’approccio e di gran lunga più leggero. Insomma non è un fenomeno solo femminile ma è sicuramente molto più discusso tra le donne proprio perché è visto come problematico.

Quando diventa un meccanismo pericoloso?

Già quando è un’abitudine è un meccanismo pericoloso, cioè se ogni volta che siamo tristi ci rifugiamo nel consumo di dolci, abbiamo un problema. E più alimentiamo questo meccanismo più rischiamo di cadere in una modalità di dipendenza con le relative implicazioni. Una di queste è quella di trovare ogni volta un motivo per stare male, che ci permetta di giustificarci per il nostro comportamento. In una fase più avanzata, non basterà solo una motivazione negativa, ma ogni scusa sarà plausibile per la nostra abbuffata di dolci. Quindi mangeremo dolci perché siamo tristi, perché al lavoro abbiamo dei problemi, ma anche perché vogliamo premiarci per un successo ottenuto o per il raggiungimento di un obiettivo. Arriverà il momento in cui alla fine non ricorderemo più come mai ci siamo mangiati tutti quei dolci.

In ogni caso che tu decida di premiarti o consolarti con un dolce non stai avendo un comportamento sbagliato, l’importante è che tu lo faccia sempre con equilibrio, limitandoti nelle quantità.

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Dr.ssa Miolì Chiung
Dr.ssa Miolì Chiung
Miolì Chiung, psicologa e psicoterapeuta cognitivo-comportamentale. Nel 2009 fonda lo Studio di Psicologia Salem, un progetto di ampio spessore incentrato sul benessere psicologico dell’individuo, dai processi di prevenzione fino a tutto quello che riguarda la cura. Ha approfondito i suoi studi con numerosi master e corsi. Applicatrice Metodo Feuerstein e ottima conoscitrice della testistica psicodiagnostica dell’età evolutiva e adulta. Ama i libri, la cucina ma la sua grande passione è il mare!
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