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Genitori e figli: anche i capricci vanno “ascoltati”

23 Dicembre 2016 by Dott.ssa Alessia Corticelli Approfondimenti e Notizie 0 comments

Quante volte noi adulti abbiamo pensato “questo bambino è proprio capriccioso”, assistendo a urla o pianti incontrollati di fronte ad un divieto? Probabilmente è capitato spesso. Educare i figli al rispetto delle regole è sicuramente uno dei passaggi educativi più difficili. Talvolta si esagera con i “no”, altre volte per calmare la situazione si assecondano le richieste dei bambini, e come conseguenza i genitori rischiano di sentirsi spesso in balia dei figli. Eppure, con un po’ di raziocinio, ci si può e ci si deve interrogare sulle motivazioni che hanno portato a quella situazione e alla manifestazione del comportamento/problema del bambino.

Per approfondire: Premi o punizioni, l’eterno dilemma nell’educazione dei figli

Autorità VS autorevolezza

Nella società in cui viviamo, il ruolo genitoriale ha rinunciato ad un’educazione autoritaria, basata principalmente sul controllo senza accettazione (“Si fa così perché lo dico io”), a favore di un’educazione maggiormente autorevole (“Ti spiego perché questo si può fare e questo no”).

Questo passaggio storico e sociale è stato sicuramente vincente sotto molti punti di vista, evidenziando come la condivisione delle regole sia la prima strategia efficacie per farle rispettare. Ciò non significa condividere il ruolo genitoriale con i propri figli, ma comunicare loro quali siano le priorità della famiglia e costruire insieme delle regole che devono essere rispettate da tutti. Dove non vi è comprensione o accettazione di una norma, scatta automaticamente la frustrazione e quindi il capriccio.

Perché i bambini non rispettano le regole

Una volta appurata l’importanza della condivisione delle regole la domanda sorge spontanea: perché i bambini non rispettano le regole e fanno i capricci?

Tra le diverse spiegazioni ce ne sono alcune più rilevanti di altre.

  1. I bambini sono curiosi di infrangere i divieti. Talvolta è proprio così. Infrangere le regole evidenzia il bisogno di rompere un tabù per verificarne le conseguenze. Questo, da un certo punto di vista, li aiuta a sperimentare e a farsi un proprio pensiero in merito a ciò che è “bene” e ciò che è “male”. Questo atteggiamento è tipico dell’adolescenza, proprio perché l’individuo mette in discussione le credenze e i valori familiari alla ricerca di una propria identità.
  2. I bambini possono fare i “capricci” quando manca una comunicazione chiara e condivisa delle regole. In questo caso La regola è stata presentata al bambino senza essere condivisa, impedendogli quindi di interiorizzarla realmente. È il caso della regola che arriva “dall’alto”, di stampo autoritario, non accompagnata da spiegazioni. Senza un coinvolgimento reale il bambino facilmente se la dimenticherà, o percepirà quella norma come qualcosa lontana dalle sue abitudini.
  3. I bambini fanno i capricci quando si rimanda a “dopo” qualcosa. Noi adulti spesso ci dimentichiamo di guardare il mondo con gli occhi di un bambino, e abbiamo la convinzione che ogni cosa che diciamo possa essere da loro ben capita e tollerata. I bambini, soprattutto i più piccoli, non hanno ancora acquisito un orientamento temporale adeguato per poter comprendere ed accettare il fatto che mamma e papà faranno dopo quella determinata cosa con loro. Il “dopo” è un concetto temporale di difficile comprensione per un bambino, che può spesso causare insofferenza e frustrazione. Per tale ragione sarebbe più indicato non rimandare a “dopo”, ma eventualmente fornire un riferimento temporale più preciso, fornendo per esempio un orario, oppure indicando la posizione delle lancette quando i bambini sono piccoli e non sanno leggere l’orologio.

Da leggere: Come farsi obbedire dai bambini senza urlare

Affiatamento e coesione tra genitori

I bambini percepiscono la mancanza di coerenza dei genitori. La coesione tra i genitori è fondamentale per poter risultare credibili agli occhi dei figli. Se capiranno che ciò che non si può fare con un genitore lo si può fare con l’altro si perde di autorevolezza e il risultato è spesso il capriccio. Il bambino perde così lo stimolo a rispettare le regole e si comporta in base al genitore con cui si rapporta, mentre l’importanza delle regole è l’interiorizzazione e la generalizzazione delle stesse.

Un esempio tipico potrebbero essere situazioni conflittuali tra genitore e figlio al supermercato. Se un bambino è abituato ad ottenere di comprare le caramelle con uno dei due genitori, anche se la regola lo vieterebbe, nel momento in cui l’altro si impone scatta inevitabilmente la frustrazione e quindi il capriccio.

I capricci vanno “ascoltati”

I bambini possono fare i capricci per attirare l’attenzione. A volte bimbi che diventano particolarmente capricciosi cercano di esprimere a loro modo un disagio e sarebbe pertanto opportuno analizzare adeguatamente la situazione per comprendere se ci sono cause importanti che si celano dietro al capriccio.

Dal più banale al più preoccupante, ogni capriccio ha il suo perché: ascoltiamo attivamente le loro esigenze e lavoriamo sulla prevenzione del disagio.

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capricci educazione

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Dott.ssa Alessia Corticelli
Alessia Corticelli, psicologa dello sviluppo, lavora da anni nel mondo delle scuole e con le famiglie. Ha approfondito la sua preparazione professionale frequentando diversi corsi di formazione che le hanno permesso di ampliare le sue competenze nell’ambito della disabilità, della psicologia clinica e scolastica. Amante dell’arte moderna, dei libri e della musica rock. All’interno dello Studio di Psicologia Salem si occupa di formazione, clinica e testistica.
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